sabato, settembre 30, 2006

CORSO GUE(DIR)FUNDAMENTALS


Il corso si svolgera'a Porto S.Stefano dall'11 al 14 Gennaio 2007.Il corso DIR Fundamentals e' finalizzato ad individuare e sviluppare le tecniche di base per l'attivita' subacquea,che risultano fondamentali indipendentemente dal livello di esperienza raggiunta o dall'ambiente in cui ci si immerge.
Il Fundamentals costituisce un prerequisito per i corsi GUE succesivi(Tech1,Cave1,etc)ed e' incentrato sul controllo adeguato dell'assetto,della corretta postura in immersione,delle tecniche di propulsione,del lavoro di squadra e di altri principi cardine del sistema DIR(Doing It Right).Il corso e' dedicato alle tecniche essenziali per effettuare immersioni in sicurezza e in maniera efficiente.Il corso sviluppa una doppia funzione:fornisce al subacqueo ricreativo,senza desiderio di un ulteriore addestramento,un contesto in cui avanzare le sue esperienze di immersione di base,svilippando maggior comfort e maggior competenza in acqua.Al sub avanzato invece,fornisce un training che sviluppa gli strumenti che sono la piattaforma neccesaria per proseguire con esperienze piu' avanzata e impegnativa.Il corso dura 4 gg rispetto ai 3gg precedenti,perche'abilita il sub a l'uso di miscele Nitrox.Istruttori:Mario Arena,Bruno Borelli,Francesco Spaggiari.Staff:Claudio Provenzani,Elena Romano,Luca Malentacchi.Per maggiori info contattatemi via mail.

CONCETTI DI BASE DIR(Doing It Right)


I concetti base dell'immersione DIR (Doing It Right)
di : Jarrod Jablonski

Il sistema DIR L'immersione scuba è uno sport ad intensivo utilizzo di attrezzature, e non deve quindi sorprendere che siano molte le argomentazioni e le discussioni su quale tipo di attrezzature e soluzioni siano più efficienti e sicure. Spesso i dibattiti più accaniti s'incentrano proprio su come configurare le proprie attrezzature.

Questi dibattiti sono certamente più accesi nella comunità dedita alla subacquea tecnica, ma la scelta e la configurazione degli equipaggiamenti sono argomenti la cui importanza è avvertita ad ogni livello di attività scuba. In alcuni casi un dibattito può nascere su questioni fondamentali come il tipo di sacco da raccomandare ai subacquei neofiti o la posizione in cui tenere l'erogatore da passare al proprio compagno in caso di difficoltà o emergenza (ad esempio, dalla bocca, da una tasca o da un sistema ritentore).

I subacquei configurati in modo uguale e che s'immergono con attrezzature e procedure similari, sono più efficienti ed efficaci nell'affrontare situazioni d'emergenza o nel riconoscere problemi nell'attrezzatura del compagno. Se il vostro compagno porta l'erogatore in una tasca chiusa con il velcro, mentre il vostro erogatore è disposto attorno al collo, un potenziale problema di confusione potrà più facilmente avere luogo in quanto ognuno, in una situazione d'emergenza per mancanza d'aria, reagirà in modo diverso a secondo della configurazione adottata.

Gli esploratori subacquei più esperti ed avanzati hanno, ormai, da molto tempo compreso che una reazione confusa o ritardata ad una situazione d'emergenza costituisce un rischio inaccettabile.

I risultati del Woodville Karst Plain Project (www.wkpp.org) insieme all'attività addestrativa internazionale della Global Underwater Explorer (www.gue.com), hanno rimarcato l'attenzione sulla necessità di standardizzare le attrezzature. In molti casi gli sforzi tesi ad evidenziare quest'esigenza sono stati oggetto di discussioni dai toni infuocati, animati della convinzione della giustezza delle ragioni proposte. Indubbiamente le migliaia di ore d'immersione in situazioni estreme, con miglia di grotte sommerse esplorate e numerosi record di esplorazione conseguiti, hanno posto questi gruppi nella condizione ideale per sviluppare e standardizzare le migliori tecniche e procedure.

Sfortunatamente permane l'errata convinzione che la standardizzazione delle attrezzature, l'esigenza di mantenere una configurazione "pulita" e l'attenzione per i dettagli siano concetti importanti solo per la subacquea tecnica o per altri tipi d'immersione in condizioni rigorose. In realtà, una configurazione semplice e universale risulta di beneficio, anche maggiore, per subacquei la cui esperienza è limitata. I rappresentanti del GUE hanno potuto constatare che l'addestramento con questo tipo di approccio assicura il massimo successo tanto per i subacquei principianti quanto per quelli impegnati in immersioni profonde nei freddi mari nordici.

PROSPETTIVA STORICA

Nei primi anni '80 lo sviluppo di una configurazione di attrezzatura standard ebbe inizio per merito di Bill Gavin e Bill Main, che all'epoca cominciavano a dedicarsi all'esplorazione delle grotte nel Nord della Florida. Qualche anno, dopo Parker Turner e Lamar English si unirono al gruppo dando vita al WKPP (Woodville Karst Plain Project), che divenne presto famoso per le immersioni esplorative nelle profonde grotte dall'omonimo nome. Il gran numero di subacquei, che ben presto cominciarono a seguire la configurazione e le tecniche sperimentate ed utilizzate nel team, dimostrarono il beneficio ed i vantaggi di una configurazione pulita e standardizzata.

Questa configurazione fu in origine denominata Hogarthiana dal nome di Willian Hogarth Main. Nel corso di quasi un ventennio e di migliaia di ore dedicate alla esplorazione a largo raggio, con l'aggiunta di ulteriori dettagli, miglioramenti, standard e procedure d'immersione, il sistema fu perfezionato fino a farlo diventare "Doing It Right", - Il Modo Giusto - o, più semplicemente, DIR.

La configurazione delle attrezzature DIR è "pulita", idrodinamica e caratterizzata dal concetto di minimalismo. Il "prendere solo ciò che serve" è una filosofia importante nel concetto DIR. La regola è quella di utilizzare e portare solo ciò che serve e non tutto quello che forse potrebbe servire.

Il sistema DIR è, però, ben più della configurazione delle attrezzature; è uno stile d'immersione che garantisce la cura di ogni aspetto di ogni immersione, sotto il profilo della sicurezza, efficienza e produttività. L'immersione richiede una sforzo coesivo che inizia dalla pianificazione anticipata fino alla sicurezza durante le operazioni in acqua. Il DIR è un sistema costruito per affrontare e risolvere tutti i problemi nel modo più spedito ed efficiente possibile.

I componenti del sistema non possono essere arbitrariamente cambiati o tralasciati senza che ne risulti compromesso il sistema nel suo complesso, in quanto ogni sua parte è stata attentamente sviluppata in modo da essere complementare al resto del sistema.

Configurazione DIR dell'equipaggiamento

La configurazione DIR tende ad essere il principale punto d'interesse e di discussione, portando all'errore più frequente, cioè pensare che solo una parte del sistema possa essere adattata, come la configurazione dell'equipaggiamento, ignorando il resto, come l'approccio di squadra o l'allenamento fisico. Il DIR è un sistema olistico e, anche se è possibile adottare un aspetto del sistema all'interno di un'altro, non si otterrà un sistema DIR. � anche probabile che sia pieno di complicazioni; lo stesso vale per la stessa configurazione dell'equipaggiamento.

Chi decide di apportare modifiche ad una qualsiasi parte dell'attrezzatura, è facile che peggiori la situazione, perché ogni parte è complementare al resto. Una dei principi del sistema più copiati è la procedura di passare l'erogatore principale ad un sub in emergenza d'ria. Questo assicura che il sub in emergenza riceva un erogatore perfettamente funzionante nel modo più veloce possibile. Alcuni adottano questo sistema ignorando altre importanti componenti del sistema. Questa adozione di parti del sistema è una scelta personale, ma è in chiaro disaccordo con i concetti base del DIR.

Sub che adottino la stessa, pulita, ben pensata configurazione, saranno più sicuri e più facilmente in grado di darsi assistenza. Modifiche al sistema, per quanto apparentemente minime, porteranno comunque problemi. Il sistema DIR è stato progettato attentamente per essere efficace in qualunque situazione, non solo per le lunghe penetrazioni in grotta a miscele per cui è rinomato. Gli esploratori subacquei estremi, hanno da tempo capito che un sistema complicato peggiorerebbe le difficoltà e che l'equipaggiamento deve essere funzionale e non di impiccio; lo stesso si può dire per qualsiasi subacqueo o qualsiasi situazione.

Sfortunatamente, la maggior parte delle discussioni sul sistema si è focalizzata sulle penetrazioni profonde in grotta. Il sistema è incredibilmente flessibile, lo si può usare in grotta, in oceano, nei relitti e sotto i ghiacci; è ideale per immersioni tranquille sul reef a 10 m, per lunghe penetrazioni in grotta o per immersioni impegnative su relitti; è il sistema giusto sia in caso di visibilità zero che in caso di acqua cristallina.

L'approccio DIR non ha bisogno di essere modificato in funzione dei diversi ambienti. Infatti, il sistema non è stato sviluppato esclusivamente per l'immersione in grotta e i suoi dettami sono ben lontani dall'essere specifici per quest'uso. La sua flessibilità è dovuta ad una ricerca molto attenta e ad una serie d'immersioni in differenti condizioni: Mar Baltico, Mar Rosso, Mar Mediterraneo, Oceano Atlantico, Oceano Pacifico, Grandi Laghi, Puget Sound, Canale di St. Lawrence.

I subacquei DIR che s'immergono in acque fredde usano guanti e mute stagne gonfiate con argon, in acque gelide guanti stagni e sottomuta più spessi con argon e, a volte, riscaldatori elettrici. I subacquei di acque fredde usano moschettoni leggermente più grossi, ma per il resto, s'impiega esattamente lo stesso sistema sotto i ghiacci come in acque tropicali.